Rebekah Brooks, l’ex direttrice di News International e pupilla di Ruper Murdoch, è stata arrestata dagli inquirenti che indagano sullo scandalo delle intercettazioni. Il figlio di Rupert, James, sarebbe invece indagato per aver tentato di coprire le dimensioni “su scala industriale” dello scandalo delle intercettazioni telefoniche.

Lo scrive oggi il Sunday Telegraph citando fonti interne di Scotland Yard. La Brooks, che si è presentata volontariamente a mezzogiorno in un commissariato di Londra, si trova sotto custodia accusata di associazione a delinquere, intercettazioni illegali e corruzione. Si tratta del decimo fermo nell’ambito di questa inchiesta. La polizia coinvolta, Stephenson si dimette. Sir Paul Stephenson, il commissario della Metropolitan Police, avrebbe accettato un lungo soggiorno in un centro benessere di lusso offerto da Neil Wallis, ex vice direttore di News of the World arrestato nei giorni scorsi. Le accuse a Sir Paul sono riportate oggi dal Times, giornale del gruppo Murdoch, la Metropolitan Police le ha smentite. Ma in serata Stephenson ha rassegnato le sue dimissioni. La società di consulenza per la comunicazione di Wallis era stata ingaggiata da Scotland Yard e lavorava sia con Stephenson che con con John Yates, capo dell’antiterrorismo. Stephenson, inoltre, tentò far desistere il Guardian dall’attaccare Murdoch sulla faccenda delle intercettazioni. Il vicepremier britannico Nick Clegg ha detto alla Bbc di essere “estremamente preoccupato” per l’impatto che lo scandalo delle intercettazioni sta avendo sulla reputazione della polizia. Clegg ha affermato che vuole sospendere il giudizio fino a dopo la deposizione di Stephenson davanti a una commissione dei Comuni, in programma martedì, giorno in cui sarà ascoltato Rupert Murdoch. News International sui giornali britannici di oggi afferma che non dev’esserci “alcun posto dove nascondersi” dall’inchiesta della polizia, e le inserzioni coincidono con le nuove accuse di collusione tra Scotland Yard e i protagonisti dello scandalo. Secondo il New York Times sarebbero stati diversi i contatti tra agenti e vertici della polizia con le testate al centro delle intercettazioni.

 

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