Le intercettazioni vanno disposte dai magistrati solo in casi di ”assoluta indispensabilita”’. Lo afferma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo intervento al Quirinale durante l’incontro con i magistrati in tirocinio

. Nell’avvio e nella conduzione delle indagini, dice Napolitano rivolto ai giovani magistrati, ”sappiate applicare scrupolosamente le norme e far uso sapiente ed equilibrato dei mezzi investigativi, bilanciando le esigenze del procedimento con la piena tutela dei diritti costituzionalmente garantiti”. Questo e’ un discorso che vale, aggiunge Napolitano, soprattutto ”per le intercettazioni cui non sempre si fa ricorso – come invece insegna la Corte di Cassazione – solo nei casi di assoluta indispensabilita’ per le specifiche indagini e delle quali – dice ancora il capo dello Stato – viene poi spesso divulgato il contenuto pur quando esso e’ privo di rilievo processuale”. Un contenuto pero’ che ”puo’ essere lesivo della privatezza dell’indagato o, ancor di piu’, di soggetti estranei al giudizio”. Il presidente della Repubblica ribadisce ”con forza” un invito formulato gia’ negli scorsi anni ”a evitare l’inserimento nei provvedimenti giudiziari di riferimenti non pertinenti o chiaramente eccedenti rispetto alle finalita’ dei provvedimenti stessi, cosi’ come l’invito ad usare il massimo scrupolo nella valutazione degli elementi necessari per decidere l’apertura di un procedimento e, a maggior ragione, la richiesta o l’applicazione di misure cautelari”. Secondo Napolitano il rispetto di questi ”elementari principi” e ”la capacita’ di calare le proprie decisioni nella realta’ del Paese” possono ”impedire o almeno attenuare attriti e polemiche in grado di lasciare strascichi velenosi e di appesantire le contrapposizione tra politica e giustizia”.

 

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