Un piano militare per liberare Aldo Moro. Avevano deciso di intervenire l’8 o il 9 maggio del 1978. Si erano preparati a fare un blitz dopo aver ispezionato l’appartamento di sopra a quello in cui era prigioniero lo statista. Ma un contrordine, arrivato all’ultimo momento, blocca l’operazione in via Montalcini n. 8.

Una pista che sembrerebbe legare il caso Moro all’organizzazione Gladio. Ferdinando Imposimato, ora, in qualita’ di legale di Maria Fida Moro, parte offesa nel processo sulla strage di via Fani e il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978, si oppone alla richiesta di archiviazione, chiedendo la prosecuzione delle indagini. ”La verita’ sul caso Moro e’ piu’ vicina -spiega all’ADNKRONOS Imposimato- e vogliamo conoscerla, anche per onorare la memoria dei martiri di via Fani. Senza paura e con fiducia nella giustizia. Ma non c’e’ giustizia senza verita’. La vicenda Moro si riapre perche’ esiste una denuncia fatta da un brigadiere della Guardia di Finanza, G.L., che appare persona attendibile. E’ stato militare dei bersaglieri presso il Battaglione Valbella, di stanza ad Avellino, insieme ad altri 40 commilitoni. Una parte di questi fu portato a Roma, con lo scopo di liberare un ‘importante uomo politico’. Questo accadeva durante il sequestro Moro, dopo il 20 aprile 1978, data in cui i militari del ‘commando’ sarebbero arrivati a Roma”. ”Quando ho letto la denuncia che mi fu consegnata dallo stesso brigadiere il 7 ottobre 2008 -ricostruisce l’ex magistrato esperto di trame- in presenza di altri due sottufficiali inviati da un colonnello della Finanza di Novara, sono rimasto perplesso, data la gravita’ delle affermazioni del brigadiere, e ho detto che senza avere dei riscontri al suo racconto, quella storia non poteva essere credibile. Spiegai loro che non ero in grado di fare una verifica, anche perche’ -mi fu riferito dal sottufficiale- nel frattempo il Valbella era ‘scomparso’, smantellato. Penso che questo Battaglione Valbella poteva essere una struttura di Gladio. Ritengo ci sono tutti gli elementi per fare ulteriori indagini, oltre quelle svolte puntalmente dalla procura della Repubblica di Roma e dalla procura di Novara”.

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