Ennesima morte sul lavoro. La vittima si chiamava Giovanni Di Bernardo, 60 anni, di Frattaminore, sposato e padre di due figli. Il tragico incidente è avvenuto in un capannone dismesso da circa venti anni, al corso Garibaldi di Grumo Nevano. La struttura era stata acquistata recentemente dal fratello della stessa vittima, un imprenditore che intendeva ristrutturarla per la sua attività. Poco prima della tragedia, avvenuta nelle prime ore del pomeriggio di ieri, Giovanni Di Bernardo e il fratello, avevano effettuato un sopralluogo nel capannone per individuare i lavori più urgenti da effettuare. Terminata la ricognizione, il fratello della vittima è andato via, mentre Giovanni Di Bernardo è rimasto per continuare il sopralluogo. Pochi minuti dopo è avvenuta la tragedia.

Per motivi ancora da chiarire, dall’alto soffitto della struttura si è staccata la pesante plafoniera con un grosso tubo del vecchio impianto di illuminazione a luce neon che ha centrato in pieno Giovanni Di Bernardo, che accortosi del pericolo con un gesto istintivo ha sollevato il braccio piegato a protezione della testa. L’impatto è stato inevitabile. Nel violentissimo urto, il vetro del neon si è trasformato in una pioggia di schegge, una delle quali come una affilatissima lancia ha trafitto in profondità il braccio della vittima, recidendo di netto l’arteria brachiale, causando così una devastante emorragia. Lo stesso Giovanni Di Bernardo, nonostante il dolore e lo choc, rendendosi conto della gravità della ferita ha cercato inutilmente di tamponare la copiosa fuoriuscita del sangue, cercando anche di raggiungere il suo furgone lasciato in sosta davanti al capannone, ma appena fuori la struttura ha chiesto aiuto ad alcuni passanti che gli hanno prestato i primi soccorsi e chiamato il 118. L’uomo è stato rapidamente portato al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore. Ma Giovanni Di Bernardo, è morto durante il tragitto verso l’ospedale, dove nonostante i vari tentativi di riportarlo in vita, ai medici non è rimasto altro che accertare il decesso.

Sul luogo dell’incidente i carabinieri della compagnia di Giugliano e i militari della caserma di Grumo Nevano, che hanno avviato le indagini. Gli inquirenti, tra le tante prime ipotesi non escludono che a far crollare la pesante plafoniera, posizionata proprio al centro del soffitto del capannone, possa essere stato un improvviso cedimento strutturale di quella parte del vecchio impianto di illuminazione, ma non escludono nemmeno che la stessa vittima in qualche modo abbia tentato di eliminare la vecchia linea dei neon, causando così il crollo fatale. Su disposizione del pubblico ministero di turno della procura di Napoli Nord, il capannone è stato sequestrato mentre la salma è stata trasportata presso la struttura di medicina legale di Giugliano.

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