Nel libro “Il segno dei quattro” Conan Doyle sostiene che “una volta eliminato l’impossibile ciò che rimane, per quanto improbabile, dev’essere la verità”. A Cesa, sotto la gestione del sindaco Pd Enzo Guida, l’impossibile è ampiamente accaduto. Si è andati anche oltre. Stando alle parole dello scrittore e drammaturgo scozzese quello che resta è la verità. Una verità scomoda per l’amministrazione comunale di centrosinistra. La narrazione da regime mediatico-politico di una squadra di governo protesa verso l’interesse della collettività e illuminata dalla stella polare della legalità si è miseramente sgretolata sotto i colpi di fatti gravissimi. Inauditi. È sempre più folto l’esercito di chi dice che a Cesa non si era mai arrivato a tanto. Fratelli, compagne, mariti e figli di sindaco, assessori e consiglieri di maggioranza che sono ai primi posti nelle graduatorie dei concorsi comunali. Incarichi diretti di oltre 70 mila euro a fratelli e cugini di esponenti della giunta (Cesario Villano) e dell’assise (Nicola Autiero). Cooperative sociali (la Eco), fondate da persone indagate per camorra dalla Dda di Napoli, che ottengono appalti e coprogettano con il Comune iniziative che prevedono finanziamenti statali fino a 350mila euro. Un’occupazione militare di quasi tutte le associazioni, a partire dalla Pro Loco. E come ciliegina sulla torta il caso superbonus per l’edilizia. Un business di circa 20 milioni di euro che, a quanto pare, ruoterebbe sempre attorno agli stessi tecnici e ditte. Anche qui è una questione di famiglia. Molto operativo l’architetto Cesario Villano, marito del funzionario della polizia municipale Teresa Marrandino e cugino dell’omonimo assessore ai Lavori pubblici. Per non farsi mancare nulla l’esponente della giunta targata Guida è finito nella rete degli inquirenti proprio per aver effettuato presso la propria abitazione i lavori del bonus 90% con un lungo corollario di irregolarità, talmente gravi che non è escluso un provvedimento di sequestro dell’immobile.

Cesario Alma

Alla voce superbonus l’impossibile che sta accadendo a Cesa ha clamorosamente valicato i limiti della decenza per l’attivismo di un’impresa di famiglia, quella di Lina Bortone, zia del sindaco Guida e del consigliere dem di Aversa Erika Alma, e moglie del tecnico comunale Cesario Alma. Il nome della ditta Alma Costruzioni è ricorrente tra le aziende che hanno effettuato lavori in base a progetti legati ai bonus per l’edilizia. A Cesa sono state presentate e accolte oltre 60 richieste. I progetti passano sotto la lente dell’Utc. Funziona così: il richiedente deposita la comunicazione inizio lavori semplificata e i tecnici comunali verificano la conformità urbanistica dell’immobile. Se l’edificio non è in regola non si può accedere al superbonus. Quindi niente lavori. Per il geometra Alma si configura un conflitto di interessi gigantesco. Assieme al responsabile dell’Urbanistica Gioacchino Petrarca deve dare o meno l’ok ai progetti, alcuni dei quali sono stati effettuati o verranno realizzati in futuro dalla ditta della moglie. Altro che Giusy Guarino. A confronto il suo è un conflitto di interessi minuscolo. Qui, per tornare all’amato Conan Doyle, siamo di fronte all’impossibile. Il conflitto di interessi di Cesario Alma diventa mastodontico in un caso specifico che riguarda direttamente la sua famiglia. Alle spalle del locale per eventi Frizzi Party che affaccia su via Atellana insiste un terreno di circa mille metri quadrati di proprietà della consorte o dei figli del tecnico comunale. Sul suolo è stato realizzato un capannone in legno rivestito in ferro completamente abusivo, cioè in assenza di permesso di costruire, adibito a deposito di piccolo materiale edile probabilmente della ditta Alma Costruzioni. È mai possibile che la struttura abusiva sia stata realizzata dalla signora Lina Bortone, casalinga, all’insaputa del marito tecnico comunale? Il geometra Alma non si è mai recato sul terreno di famiglia? Facciamo finta di credere ancora nelle favole, sta di fatto che toccherà proprio a lui e agli altri componenti dell’Utc, con l’ausilio dei vigili urbani, effettuare il sopralluogo e adottare un’ordinanza di abbattimento del capannone della moglie. Volente o nolente dovrà farlo. Lo impone la legge.

In attesa dell’immediato intervento (facciamo in giornata?) dell’amministrazione comunale, strenua paladina della legalità, cogliamo l’occasione per riformulare la richiesta di pubblicare sull’albo pretorio del Comune tutti gli adempimenti riguardanti gli oltre 62 progetti beneficiari dei bonus sull’edilizia. Ci rivolgiamo al sindaco Enzo Guida, al suo vice Giusy Guarino, agli assessori Cesario Villano, Francesca D’Agostino e Alfonso Marrandino, al presidente del consiglio comunale Mimmo Mangiacapre, ai consiglieri di maggioranza Nicola Autiero, Francesco Turco e Gina Migliaccio. E stavolta ci appelliamo anche agli esponenti dell’opposizione Amelia Bortone, Ernesto Ferrante, Carmine Alma e Maria Verde. Per una volta facciamo un po’ di vera amministrazione trasparente. Carichiamo sul sito ufficiale i nomi e cognomi dei tecnici e delle ditte che si sono occupati dei lavori di ammodernamento degli edifici. Si tratta di un affare di 20 milioni di euro. È il caso di vederci chiaro. Non sarà un gran problema per il sindaco super legalitario Enzo Guida perché una volta eliminato l’impossibile ciò che rimane, per quanto improbabile, dev’essere la verità.

Mario De Michele
(continua…)

LA SOLENNE PROMESSA DI ERIKA ALMA


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