Quattro noti imprenditori sono stati arrestati dai carabinieri nell’ambito di un’indagine sulla penetrazione della camorra nel tessuto economico della provincia di Caserta. Emesse anche due misure interdittive, al responsabile protempore dell’ufficio tecnico del Comune di Capua, indiziato di turbata libertà degli incanti e corruzione, e a un impiegato di banca che era in servizio a Santa Maria Capua Vetere, accusato di avere consentito trasferimenti di denaro contante su conti bancari riconducibili al clan. I destinatari delle misure cautelari in carcere, emesse dal gip su richiesta della Dda di Napoli, sono Domenico Pagano, Domenico Farina, amministratore unico della Prisma Costruzioni S.R.L. Ad indagare sono stati i carabinieri. Le indagini della Guardia di Finanza hanno, invece, riguardato il patrimonio del gruppo imprenditoriale casertano riconducibile ai cugini Giuseppe e Francesco Verazzo, rispettivamente di 56 e 61 anni. Nei confronti dei cugini Verazzo e di Pagano, a conclusione di una minuziosa ricostruzione dei numerosi beni detenuti, sono stati complessivamente sequestrati circa due complessi aziendali e quote societarie per un valore di circa 15 milioni di euro. 

Tra i beni sequestrati figura anche il cosiddetto “Palazzo delle Cento Persone” di Capua (Caserta), dove sarebbe dovuta sorgere una Rsa. L’edificio era di proprietà di uno degli indagati, l’imprenditore Domenico Pagano, per il quale il gip di Napoli, su richiesta della Dda, ha disposto il carcere, titolare della società “Immobiliare generale” (anche questa tra i beni sequestrati), ritenuto gravemente indiziato di essere inserito nel Clan dei Casalesi. Per gli inquirenti aveva allacciato, fin dagli anni ’90, rapporti “collusivi” con il capoclan Michele Zagaria e con un altro affiliato di spicco, Giacomo Capoluongo, diventando, sempre secondo la DDA, poi un imprenditore di riferimento per la fazione Schiavone alla quale procurava stabili finanziamenti come quota sui lavori ottenuti grazie all’intervento del clan.

In un’altra operazione i carabinieri hanno arrestato a Casapesenna (Caserta) l’imprenditore dei rifiuti Raffaele Parente, di 54 anni. Il provvedimento è stato emesso su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, che ha coordinato le indagini; determinanti le dichiarazioni convergenti di numerosi collaboratori di giustizia. L’inchiesta su Parente è partita dopo l’ennesimo sversamento di rifiuti urbani scoperto tra le province di Caserta e Napoli, nell’area chiamata Terra dei Fuochi.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui