“Le pene devono servire per rieducare il condannato, ma mio marito già molti anni fa aveva capito di avere sbagliato. Come si è comportato in questi 22 anni lo dimostra ampiamente. Metterlo in cella ora significa punire una persona onesta e la sua famiglia”. Queste le dichiarazioni di Leonide Marziale, la moglie di Giuseppe Marziale, chiuso in carcere lo scorso mese di febbraio, per scontare una pena relativa a reati commessi nel 1999: 11 anni, 11 mesi e 16 giorni di reclusione per associazione mafiosa e spaccio di droga, dopo 21 anni dal reato, “e nonostante – sostiene la moglie – abbia cambiato totalmente “pelle”. 

  “Ha commesso degli errori -riporta l’agenzia Ansa -, quando aveva 26 anni ma poi ci siamo sposati. Lui è diventata un’altra persona, gli ho dato tre figli e durante tutti questi anni ha lavorato sempre onestamente”. 

    Insomma, da molti anni non sarebbe l’uomo di vent’anni fa, ma un marito e padre amorevole che adesso è in carcere vi dovrà restare per oltre 11 anni. .

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