Il tribunale ha condannato a una pena di 9 anni un 52enne di nazionalità marocchina, residente a Benevento, accusato di violenza sessuale ai danni della figlia, fin da quando era minorenne, e maltrattamenti in famiglia. Il verdetto è stato emesso ieri pomeriggio, presente l’imputato. In una precedente udienza il pubblico ministero Maria Colucci aveva chiesto la condanna a nove anni e sei mesi. Identica la condanna chiesta ieri. Il difensore Fabio Russo aveva sollecitato l’assoluzione perché il fatto non sussiste, tenuto conto che la principale accusatrice, la figlia, nel corso del processo aveva ritrattato con una lettera le accuse mosse al genitore. In subordine il legale aveva chiesto il riconoscimento del vizio di mente, accertato da una consulenza di parte. Dopo la richiesta di condanna emessa del pubblico ministero erano intervenuti anche i difensori di parte civile Antonio Leone, per uno dei figli, e Annamaria Soreca, per la moglie, che hanno chiesto la condanna dell’imputato. Stessa richiesta da parte di un’associazione antiviolenza assistita dall’avvocato Luisa Faiella. L’uomo, dopo le accuse della figlia nel novembre del 2021, era stato arrestato e condotto in carcere, dove si trova tuttora. La figlia aveva ribadito le accuse, anche nel corso di un incidente probatorio. Ma nello scorso mese di aprile, mentre era in corso il processo davanti alla sezione penale, ritrattava con una lettera e con una dichiarazione resa in aula, le accuse sostenendo che la sua denuncia era una vendetta nei confronti del padre per i comportamenti tenuti con i componenti la famiglia, specie quando era solito eccedere con le bevande alcoliche. In precedenza la figlia aveva denunciato che, da quando era minorenne, era stata costretta a subire atti sessuali dal padre ovviamente contro il suo consenso. In particolare nei primi mesi del 2014, l’uomo si recava in camera da letto della figlia e si denudava. Ma veniva sorpreso da un altro figlio che con le sue urla metteva fine al rapporto. Violenze che si ripetevano nell’inverno del 2016, quando dopo palpeggiamenti sul corpo della figlia la minacciava di ucciderla se avesse riferito ad altri quanto accaduto. Dopo che la figlia aveva compiuto i 17 anni, capitava che, durante il tragitto per accompagnarla al lavoro, l’uomo arrestava la marcia dell’auto e cominciava a palpeggiarla nonostante la figlia lo pregasse di smetterla. Inoltre nel settembre del 2021 mentre era sulla sua auto, sempre secondo l’accusa, le faceva una videochiamata e si mostrava completamente nudo. L’imputato era poi accusato anche di maltrattamenti e percosse nei confronti della moglie. La figlia e gli altri familiari dell’imputato risiedevano all’epoca dei fatti in un centro dell’hinterland, ora vivono in città. Indaga la Squadra Mobile.

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