Impianti ‘navalizzati’ per il trattamento dei rifiuti solidi urbani. E’ il progetto ‘Plasmare’ ideato e promosso da Fincantieri attraverso il suo centro di ricerca applicata Cetana (Centro per gli studi di tecnica navale), presentato oggi presso la facolta’ di Economia dell’Universita’ di Napoli ‘Federico II’. Il progetto, in fase avanzata di sviluppo, prevede la costruzione di due piattaforme galleggianti non autopropulse da posizionarsi in acque ‘protette’: la prima, dedicata alla ricezione dei rifiuti solidi urbani con produzione di cdr, combustibile derivato dai rifiuti, con uno smaltimento previsto di circa 400 tonnellate al giorno; la seconda, per la gassificazione dello stesso prodotto tramite l’utilizzo di tecnologia al plasma in grado di recuperare energia dal gas di sintesi prodotto. “Possiamo partire anche domani mattina”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, intervenuto alla presentazione. “Si tratta di un progetto utile per la collettivita’ e per le amministrazioni locali che risparmierebbero su un problema fondamentale come quello dello smaltimento dei rifiuti”, ha aggiunto. Per il progetto si e’ ipotizzato un approccio modulare, che prevede di partire a breve con la realizzazione della piattaforma dedicata alla produzione di cdr alla quale, in una seconda fase, si affianchera’ la piattaforma con impianto al plasma, che necessita di un piu’ lungo periodo di messa a punto. La costruzione del primo impianto, spiega Fincantieri, e’ realizzabile in 16-18 mesi e dovrebbe essere ultimata per la meta’ del 2013. “Contrariamente alle opere che si sa quando iniziano e non si sa quando finiscono, questa ha tempi e costi certi”, ha sottolineato Bono. L’investimento ammonta a circa 160 milioni di euro, 60 dei quali sarebbero destinati alla soluzione ‘a breve’ che prevede la realizzazione della prima piattaforma. I rifiuti solidi urbani trattabili dall’impianto saranno circa 130mila tonnellate all’anno, per un cdr prodotto di circa 65mila tonnellate. Il conferimento avverrebbe, secondo i dati forniti da Fincantieri, a 150 euro a tonnellata. Dall’impianto navalizzato per la produzione di cdr si recupererebbero circa 19,5 tonnellate all’anno di inerti e metalli La seconda piattaforma, la cui progettazione e’ ancora in corso, sarebbe in grado di trattare circa 65mila tonnellate di cdr all’anno, immettendo nella rete nazionale circa 65 gwh di energia elettrica all’anno. Si tratterebbe di un impianto continuo, chiuso e controllato senza emissione di sostanze o di odori. Il trattamento al plasma, spiega lo studio del Cetana, presenta dei vantaggi rispetto all’incenerimento: dal punto di vista dell’eco-compatibilita’, “nessuna emissione di inquinanti, ne’ gassosi ne’ solidi, e inertizzazione dei metalli pesanti o inquinanti presenti nei rifiuti solidi urbani, trasformandoli in scorie vetrificate inerti riutilizzabili in edilizia, in alcuni casi come ghiaia per il manto stradale; anche per quanto riguarda i tempi, spiega il Cetana, il vantaggio e’ rappresentato dal fatto che gli anni necessari per la costruzione dell’impianto sono 2, a fronte dei 4 per il termovalorizzatore, mentre i costi sono quelli previsti per il sistema al plasma da realizzare e “sono certi e non risentono di fattori esterni in quanto realizzati in ambienti chiusi (i cantieri navali) e solo successivamente localizzati presso la destinazione finale d’uso”.La costruzione della piattaforma, della lunghezza in mare di 100 metri spettera’ ai cantieri navali di Castellammare di Stabia: “Navi di questo tipo sono un’opportunita’ che va colta”, ha dichiarato il sindaco di Castellammare, Luigi Bobbio, presente alla facolta’ di Economia, che ha sottolineato: “Questa e’ anche un’opportunita’ che necessita la costruzione di un percorso. Parliamo di un settore particolare, quello dei rifiuti, regolato normativamente in maniera molto stretta. E’ un prodotto potenziale che necessita una committenza, perche’ ha un costo e dev’essere un committente che sia preventivamente recepito nel settore dello smaltimento dei rifiuti. Bisogna essere molto seri, e parlare di un percorso procedurale che sia conforme alla normativa vigente”. “Ci sono – ha poi assicurato – tutti i presupposti perche’ questo avvenga”.

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