Minimo 8 ore in ufficio, poi la casa, un marito e i figli da accudire. Ventiquattro ore sembrano non bastare alle mamme ‘acrobate’ divise tra carriera e famiglia, che nella loro corsa quotidiana alla performance perfetta rischiano il tilt. A lanciare il monito e’ uno studio presentato oggi a Las Vegas durante il meeting annuale dell’American Sociological Association, condotto su 1.600 giovani spose reclutate per un’indagine del governo Usa sulla qualita’ di vita delle donne lavoratrici.

Il risultato e’ un duro colpo per chi si illude di poter conciliare casa e ufficio senza delegare nulla ne’ su un fronte ne’ sull’altro: le ‘supermamme’ hanno piu’ probabilita’ di ammalarsi di depressione rispetto alle donne che si rassegnano a scendere a compromessi, avverte l’autrice della ricerca, Katrina Leupp dell’universita’ di Washingon.

 

La conclusione degli studiosi suona come una ‘rivincita’ delle casalinghe: le donne 40enni lavoratrici sono piu’ a rischio depressione rispetto alle coetanee che scelgono di restare a casa per badare alla famiglia. E fra le donne che hanno un lavoro, le piu’ felici sono comunque quelle che accettano l’evidenza: tutto non si puo’ fare, scegliere e’ necessario e a qualcosa bisogna rinunciare. Magari uscendo prima dall’ufficio, o accettando un aiuto almeno nella cura del focolare domestico e della prole. Le piu’ a rischio in assoluto, ammonisce Leupp, sono le perfezioniste che pretendono di tenere tutto sotto controllo e di soddisfare ogni ambizione conservando al contempo la serenita’ famigliare. Un’impresa impossibile, almeno in questi termini, sostiene l’autrice sulla base dei dati raccolti.La conclusione degli studiosi suona come una ‘rivincita’ delle casalinghe: le donne 40enni lavoratrici sono piu’ a rischio depressione rispetto alle coetanee che scelgono di restare a casa per badare alla famiglia. E fra le donne che hanno un lavoro, le piu’ felici sono comunque quelle che accettano l’evidenza: tutto non si puo’ fare, scegliere e’ necessario e a qualcosa bisogna rinunciare. Magari uscendo prima dall’ufficio, o accettando un aiuto almeno nella cura del focolare domestico e della prole. Le piu’ a rischio in assoluto, ammonisce Leupp, sono le perfezioniste che pretendono di tenere tutto sotto controllo e di soddisfare ogni ambizione conservando al contempo la serenita’ famigliare. Un’impresa impossibile, almeno in questi termini, sostiene l’autrice sulla base dei dati raccolti.

“Combinare con soddisfazione lavoro e famiglia si puo’ – precisa la ricercatrice citata dal quotidiano britannico ‘Telegraph’ – ma a patto di lasciar correre qualcosa. In definitiva, avere un lavoro e’ un beneficio per la salute delle donne, anche se qualche differenza nella felicita’ di coppia e’ stata osservata fra chi ha un impiego a tempo pieno e chi lavora part-time. Ma le mamme lavoratrici rassegnate a far fatica nel bilanciare armonicamente casa e ufficio hanno probabilmente vita piu’ facile rispetto a quelle che credono di poter far tutto, e bene”. Per star meglio, insomma, conviene aspettarsi il peggio

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