Ospedale Cotugno di Napoli preso d’assalto da chi è tornato dalle vacanze e vuole effettuare l’esame per scongiurare di dover affrontare una lunga quarantena. È una situazione inaccettabile per il direttore generale dell’Azienda sanitaria colli, Maurizio Di Mauro. “L’ordinanza della Regione è chiarissima. La persona che torna dall’estero deve portarsi nel proprio domicilio e contattare l’Asl territoriale che attraverso le Usca si reca nelle abitazioni per effettuare il tampone e rilasciare il certificato”. Seguendo queste indicazioni potrebbero passare due- tre giorni, non è così per chi ha preso d’assalto il pronto soccorso preoccupato di essere costretto a una quarantena di due settimane, con il rischio non poter tornare al lavoro.

“Il territorio sta funzionando bene – insiste il direttore Di Mauro – sono due, tre giorni al massimo di attesa. Non si vuole comprende un’ordinanza che invece è molto precisa. Le molte persone che hanno affollato il pronto soccorso del Cotugno ci hanno creato un disagio notevole, abbiamo persino dovuto distribuire loro le maschierine. Siamo un ospedale che deve assistere i pazienti che hanno patologie conclamate ed effettive da Covid o abbiano sintomi come la febbre alta. La procedura corretta è questa: chi arriva dall’estero deve tornare a casa, chiamare l’Asl di competenza che interverrà. Questo – aggiunge Di Mauro – lo dico da infettivologo, serve anche per la tracciabilità e dal punto di vista epidemiologico, perché così riusciamo a sapere da dove proviene il soggetto, che manifestazioni ha avuto, che contatti sono intercorsi. Se qualcuno dei cittadini qui davanti è positivo, potrebbe aver trasmesso l’infezione agli altri per non aver rispettato la regola di stare nel proprio domicilio. È un momento molto delicato. Queste settimane saranno cruciali per contenere i contagi”.

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