Sono finiti i tempi del «tutti a casa», con gli uffici di Palazzo San Giacomo deserti e i sevizi ridotti all’osso. Il piano del Comune di Napoli per tentare di arginare la diffusione del Covid all’interno delle proprie sedi prevede lo smart working per un dipendente su tre, soltanto a rotazione (massimo due giorni a settimana). Il lavoro agile dovrà essere strutturato in maniera tale da assicurare, per ciascun dipendente, la prevalenza del lavoro in presenza in sede. Inoltre, il ricorso allo smart working dovrà riguardare esclusivamente attività che non richiedano l’utilizzo costante di strumentazioni non remotizzabili e non dovrà in alcun modo pregiudicare l’erogazione dei servizi all’utenza. Ad indicarne le modalità dovranno essere i singoli dirigenti dei servizi – come si legge nella direttiva emanata dal direttore generale del Comune Pasquale Granata – attraverso una programmazione plurisettimanale, mensile o plurimensile, che potrà essere rimodulata in itinere sulla base dell’andamento dei contagi, sulla necessità di far fronte a quarantene brevi, o isolamenti fiduciari (che non determinano impossibilità lavorativa per malattia conclamata e certificata). Una misura che però scontenta i sindacati, che continuano a ripetere come «ancora oggi non sia garantita la sicurezza dei lavoratori all’interno degli uffici del Comune».

Chi deciderà di andare in smart working dovrà però tenere conto che il maggior numero di giorni di lavoro agile, che si dovessero accumulare in un determinato arco temporale, dovranno poi essere recuperati nei periodi successivi in maniera tale da garantire nell’intero periodo considerato, la prevalenza del lavoro in presenza. La regola della prevalenza non riguarda i lavoratori fragili per i quali fino al 28 febbraio 2022 è previsto, di norma, lo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile, anche attraverso una diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o lo svolgimento di specifiche attività di formazione professionale anche da remoto. Non sarà uno smart working all’acqua di rose, i lavoratori dovranno garantire la reperibilità e dunque acconsentire all’attivazione della deviazione di chiamata dal telefono di ufficio al proprio dispositivo mobile. La fascia di contattabilità sarà quella relativa al tempo di durata dell’orario giornaliero di lavoro praticato nel servizio di appartenenza (7 ore e 12 minuti o 6 ore, a seconda dell’articolazione della settimana lavorativa su 5 o 6 giorni lavorativi) nella fascia oraria dalle 8 alle 18. La fascia di disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche di lavoro andrà invece dalle ore 20 alle ore 7 del mattino seguente per tutti i giorni lavorativi. Non sarà riconosciuto il trattamento di trasferta, prestazioni di lavoro straordinario, notturne o festive, nonché protrazioni dell’orario di lavoro aggiuntive né permessi che comportino riduzioni dell’orario di lavoro con recupero delle ore non lavorate, recuperi orari ed altri istituti che comportino riduzioni o ampliamento di orario di lavoro. Il mancato rispetto della fascia di contattabilità, salvo comprovati motivi di urgenza, unitamente al mancato svolgimento della prestazione lavorativa costituiscono giustificato motivo di revoca dell’autorizzazione del lavoro agile. «Queste modalità individuate non ci soddisfano – spiega Agostino Anselmi della Cisl funzione pubblica -. Il Comune ancora oggi non riesce a garantire il distanziamento sociale nei propri uffici e manca la dotazione di mascherine ffp2. Siamo costretti ad utilizzare quelle chirurgiche». Il sindacalista incalza: «Non c’è igienizzazione e in alcuni casi non c’è sanificazione neanche quando si riscontrano positivi. I neo assunti del personale rei (che si occupa delle pratiche del reddito di inclusione, ndr), sono costretti a stare in dieci in una stanza. Con il lavoro agile a turnazione possono arrivare a otto, ma comunque non basta a garantire il distanziamento necessario. Sia chiaro che il nostro non è un attacco al direttore generale, più che altro è una fotografia dello stato attuale delle cose. Auspichiamo quanto prima di capire in che modo i dirigenti e i direttori di Municipalità intendano organizzare il lavoro agile».

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