SANTA MARIA LA FOSSA – L’azienda agricola ‘Ferrandelle’ a Santa Maria La Fossa, nel casertano, confiscata al boss del clan dei Casalesi Francesco Schiavone detto ‘Sandokan’, diventera’ luogo di produzione di energia da fonte rinnovabile

con un piano di investimenti di circa 16 milioni di euro tra fondi pubblici e privati. Il progetto e’ promosso da Agrorinasce. Il via libera all’intero piano di sviluppo e’ arrivato nel mese di agosto con il finanziamento concesso dal Ministero dell’Interno PON Sicurezza per lo Sviluppo del Mezzogiorno. In una area di 13 ettari si concentreranno tre investimenti: progetto di riconversione dell’ex fattoria in Centro di documentazione ed educazione ambientale ed isola ecologico; un parco fotovoltaico con un investimento di circa 14,5 milioni attraverso una procedura di evidenza pubblica di finanza di progetto, di cui 10,5 milioni per lavori; l’impianto di circa 9mila alberi di eucalipto con un finanziamento della Regione Campania nel Piano di sviluppo rurale. Questo progetto costituisce il piu’ importante investimento pubblico e privato in Italia che si realizza su di un bene confiscato alle mafie. La storia dell’azione di recupero a uso sociale dell’ex azienda agricola che si estende per complessivi 56 ettari, confiscata alla fine degli anni ’80, parte dieci anni fa. Dopo vari tentativi falliti, il Comune di Santa Maria La Fossa, nel 2005 aderisce al consorzio Agrorinasce e ‘Ferrandelle’ diventa oggetto di una precisa azione di recupero da parte dello Stato con il Demanio Militare (43 ettari) per la realizzazione di un Poligono per attivita’ addestrative e con Agrorinasce (13 ettari) per la realizzazione di una ‘Fattoria dei prodotti tipici’. Nel 2008, mentre erano quasi ultimati i lavori della Fattoria, l’allora Commissario per l’emergenza dei rifiuti nella Regione Campania, il prefetto Gianni De Gennaro, utilizza la parte assegnata al Demanio Militare per localizzare il sito di stoccaggio provvisorio di rifiuti solidi urbani di oltre 500mila tonnellate.

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